Nonostante gli straordinari progressi raggiunti nel campo della ricerca vi sono ancora molti punti di domanda inevasi nella ricostruzione storico scientifica della nascita del nostro pianeta.
Inevitabilmente le premesse di base si agganciano alle teorie generali che riguardano la nascita dell’intero universo e dell’espansione dello stesso. Altrettanto, in ordinato subordine, vale lo stesso approccio anche per la galassia e il sistema solare cui il nostro pianeta appartiene.
Il Sistema Solare si è formato per condensazione di una nebulosa circa 4,5 miliardi di anni fa. In base a questa teoria detta “Teoria della Nebulosa Protosolare”, l’intero Sistema Solare ha avuto origine da una nube in rotazione, composta di gas, principalmente elio ed idrogeno, e polvere. Dalla contrazione di questa nebulosa si è formato un disco in rotazione differenziale, poiché il materiale più vicino al centro ruotava più velocemente di quello presente all’esterno. La contrazione gravitazionale del gas al centro del disco ha originato il Sole. All’aumentare della distanza dal Sole la temperatura diviene più bassa e ciò ha permesso una maggiore aggregazione di particelle di polveri e poi a distanze ancora maggiori, l’aggregazione di ghiaccio e polveri. Dalla collisione di queste aggregazioni si sono formati i pianeti. Infatti granelli di polvere si aggregarono tra loro per originare piccoli corpuscoli. Con il trascorrere del tempo questi si unirono tra loro fino a dare vita a corpi sempre più grandi e poi a planetesimi, che infine, unendosi, diventarono pianeti.
Ovviamente, laddove l’occhio della scienza si arresta per l’impossibilità tecnica di accertare dettagli e tempi evolutivi, restano liberi gli spazi per l’indagine speculativa e teoretica. Tale spazio è però ormai, in virtù della sempre più ampia conoscenza scientifica, sempre più confinato entro precisi limiti interpretativi.
Come è facile intuire, lo studio intorno alla nascita del pianeta è di straordinaria importanza anche per la formulazione delle teorie che riguardano la comparsa della vita sul pianeta e le molteplici condizioni che l’hanno permessa. Un punto misterioso, sul quale si addensano ed aggiornano varie interpretazioni, è ad esempio l’evento che ha determinato l’attuale velocità dei moti della terra, tanto quello del corpo celeste sulla sua orbita solare, quanto intorno al suo asse. Questi moti erano infatti molto più rapidi e conseguentemente, per una complessa serie di interazioni, incompatibili con la vita sul pianeta, almeno nelle forme ad oggi note. Si presenta così un nuovo fronte di ricerca concentrato sulla genesi della Luna.
Solo la nascita del nostro satellite, infatti, instaurando il sistema Terra-Luna, ha permesso attraverso poderose interferenze gravitazionali il rallentamento e la stabilizzazione del nostro pianeta, riducendone anche l’inclinazione dell’asse. C’è abbastanza concordia tra gli studiosi nel definire come probabile causa della nascita della luna l’impatto sulla terra di un corpo celeste errante di straordinarie dimensioni, con il conseguente rilascio nell’orbita del pianeta di una mole enorme di detriti che, una volta addensati, hanno formato la luna così come la vediamo. Tutavia, di recente la teoria della nascita della Luna derivante da un impatto con un planetoide è stata contestata, infatti, sono state osservate emissioni di carbonio sulla Luna: di meno sugli altipiani, di più nelle aree pianeggianti. Il motivo sembra legato al fatto che i primi hanno un’origine più antica, e quindi hanno avuto più tempo per perdere la componente gassosa, mentre le seconde sono più giovani. Infatti il carbonio è un elemento molto volatile, ed è proprio per questo che è incompatibile con la teoria dell’urto: se un tale scontro planetario si fosse davvero verificato, le temperature si sarebbero alzate moltissimo, facendo “evaporare” già in quelle prime fasi tutto il carbonio disponibile. Quindi perché il carbonio è ancora lì? Il mistero della formazione della Luna pertanto resta. Probabilmente il satellite lunare si è formato in contemporanea alla Terra per condensazione della stessa massa originata dalla contrazione della nebulosa.
Un altro interrogativo ancora in attesa di una risposta certa riguarda la comparsa sul nostro pianeta dell’acqua, elemento evidentemente indispensabile alla vita. Anche in questo caso le teorie sono le più varie. Si può ritenere che questa possa essersi formata per reazione tra idrogeno e ossigeno o che invece questo elemento irrinunciabile alla vita sul pianeta sia giunta dallo spazio come tale, trasportata da un corpo celeste, magari lo stesso che ha determinato la formazione della Luna.
Appare così straordinariamente evidente come tutta la storia del pianeta, apparentemente così isolato e distante da tutto il resto, risulti collegato con dinamiche enormemente più vaste all’interno delle quali è invece inserito. Vi è certezza ad esempio sul fatto che la nascita stessa del pianeta sia correlata strettamente alla storia evolutiva della sua stella, il Sole. Così come non vi sono particolari dubbi sul fatto che l’estinzione di intere forme di vista, come i dinosauri, sia avvenuta per l’impatto – ancora una volta – di un’enorme meteora.
L’osservabilità storica di questi eventi è chiaramente non alla portata dell’esperienza umana. A 4650 milioni di anni fa si data la formazione del pianeta, mentre le prime molecole riconducibili alla vita risalgono ad almeno quattro miliardi di anni fa. Grandezze tanto vaste da risultare praticamente impercepibili. Come all’uomo sfugge la curva dell’orizzonte sul mare, così avviene anche per l’orizzonte degli eventi nello spazio.