Secondo una teoria condivisa da numerosi scienziati, l’Universo ebbe origine da una esplosione a partire da un punto iniziale nel quale era condensata tutta la materia con temperature altissime, avvenuta circa 15 miliardi di anni fa e da allora continua ad espandersi nello spazio infinito. Si è giunti alla teoria del Big Bang sulla base di tre fatti sperimentali: la recessione delle galassie (il nostro Universo si sta infatti espandendo e raffreddando in continuazione); la radiazione cosmica di fondo ed il rapporto di abbondanza elio-idrogeno. Si sono poi aggiunte le seguenti considerazioni: le galassie distanti, situate a qualche miliardo di anni luce da noi, sono più “giovani” di quelle vicine; la curvatura dello spazio-tempo sembra essere collegata al contenuto di materia e di energia nel nostro Universo. Questo fenomeno non è reversibile, infatti non è presente una quantità di materia sufficiente per far raggiungere una espansione massima all’ Universo che comincerebbe da quel momento in poi a contrarsi a causa della incidenza della “massa” (M) presente nella formula dell’attrazione gravitazionale, e diventerebbe sempre più piccolo fino a giungere ad una implosione finale su un punto compatto che potrebbe dare origine ad un nuovo Big Bang. Questo andirivieni di periodi di espansioni e contrazioni ciclici appare improbabile. Vi sono infatti indicazioni sperimentali nuove che suggeriscono che l’espansione dell’Universo stia accentuandosi verso il vuoto.
La quantità di materia presente nell’ Universo è così grande da poter essere quantificata come infinita. Tuttavia lo spazio presente nell’ Universo che contiene tutta la materia presente in esso è ancora più grande, ed appartiene ad un ordine di infinito superiore talmente grande da contenere la materia presente in esso. Le stelle pertanto si allontanerebbero sempre di più tra di esse fino a non esser più visibili, e dopo aver finito il loro combustibile nucleare, si spegneranno una dopo l’altra; quindi con buona probabilità l’Universo dovrebbe tornare ad essere buio, senza luce visibile e la quantità di materia presente si dissolverà nello spazio andando alla deriva. Nel futuro più lontano inoltre dovrebbero esservi decadimenti dei protoni e ancora più tardi “evaporazioni” di buchi neri.